A cura di Alessio Silvestri
Maggiore trasparenza, una chiara identità e nuove discipline per gli oltre quattro milioni di italiani impegnati come volontari in enti, associazioni e fondazioni.
La riforma del terzo settore e l’abrogazione della precedente legge di riferimento (l. 266/91) hanno consegnato al mondo del volontariato una normativa in grado di far chiarezza sul ruolo sociale che l’attività volontaria e l’impegno civico giocano per il nostro Paese.
Le Organizzazioni Di Volontariato (di seguito ODV) rientrano nella famiglia degli ETS e sono costituite per lo svolgimento, a favore di terzi, di una o più attività previste dall’articolo 5 del codice del terzo settore, avvalendosi prevalentemente delle prestazioni dei volontari associati.
Per costituire un’ODV è richiesto un numero minimo di persone fisiche pari a sette o pari almeno a tre ODV.
All’interno della denominazione sociale deve essere esplicitata la dicitura “organizzazione di volontariato” o l’acronimo ODV.
Ai fini del raggiungimento degli scopi societari, l’ODV può avvalersi di personale dipendente, a patto che il numero dei lavoratori impiegati nell’attività non sia superiore al cinquanta per cento del numero dei volontari.
Rispetto agli altri Enti del Terzo Settore, è riconosciuta una maggiore agevolazione alle ODV in tema di erogazioni liberali: per chi effettua donazioni nei confronti di organizzazioni di volontariato è prevista infatti una detrazione pari al 35% (fino ad un massimo di 30.000€) o, in alternativa, deduzioni pari al 10% del reddito complessivo dichiarato.
Tra i principali meriti della riforma c’è quello di aver riconosciuto uno status al singolo volontario e non solo alle organizzazioni di volontariato.
Al riguardo, l’art. 17 del Codice specifica che “gli enti del terzo settore possono avvalersi di volontari nello svolgimento delle proprie attività e sono tenuti a iscrivere in un apposito registro i volontari che svolgono la loro attività in modo non occasionale”.
La figura del volontario non è compatibile con altre forme di rapporto di lavoro e non è possibile retribuirlo in alcun modo. Altresì, è previsto il rimborso delle spese effettuate per l’attività svolta, anche a fronte di una autocertificazione, purché non superino la cifra di dieci euro al giorno e centocinquanta euro mensili (ad eccezione di attività quali la donazione di sangue e organi).
Il mondo del volontariato assume dunque contorni ben precisi con l’obiettivo di incentivare nuove forme dell’attività volontaria, indispensabili per il nostro Paese.
La speranza, come dichiarato dallo stesso Luigi Bobba, Sottosegretario di Stato al Lavoro e alle Politiche sociali, è di aumentare le opportunità, la formazione e di qualificare l’impegno sociale. Attraverso l’operato delle ODV è possibile “passare il testimone”, trasferendo ad un numero sempre crescente di persone il valore dell’attività volontaria e del senso civico.
Ed è giusto credere che il progresso di un Paese passi anche attraverso l’operato dei milioni di cittadini responsabili che ogni giorno scelgono silenziosamente di aiutare il prossimo, ben consci dell’importanza del proprio ruolo.
fonte: www.aics.it